Estate, per il 43% dei ragazzi paura di socializzare post Covid
24 Giugno 2021-
Il Giornale di Vicenza
-
QdS.it
-
Alto Adige
-
Ticino Notizie
-
SardegnaGol
-
Web Salute
L'articolo è presente sui seguenti siti:
Vacanze estive alle porte per i più giovani, ma insieme arrivano angosce e paure. Dopo oltre un anno di pandemia e di relazioni sociali ridotte all’osso, soprattutto con l’avvento della Dad, tra i giovani si fa largo il timore di non essere più in grado di stare in compagnia. È quanto emerge da un sondaggio promosso dall’Eurodap (Associazione Europea per il Disturbo da Attacchi di Panico), a cui hanno partecipato 783 persone.
L’87% dei partecipanti ha notato, infatti, un peggioramento delle capacità relazionali dei propri figli. Per il 73% la didattica a distanza ha causato un peggioramento della preparazione scolastica, mentre il 71% ha notato un aumento esponenziale dell’utilizzo dei dispositivi non solo per studiare, ma anche per comunicare. In vista delle vacanze estive i genitori hanno riferito di vedere i ragazzi emozionati per la possibilità di tornare ad una parvenza di normalità (51%) ma anche preoccupati e impauriti dal non essere più allenati a socializzare (43%). Tutti, però, concordano con la necessità dei ragazzi di poter vivere un’estate “senza pensieri”, tra giochi e contatto con la natura.
«La pandemia ha costretto a veloci e profonde trasformazioni nella vita degli studenti, che si sono ritrovati a riorganizzare non solo i ritmi dello studio ma anche la loro sfera sociale – spiega la psicoterapeuta e presidente Eurodap, Eleonora Iacobelli -. Tra chiusura delle scuole, didattica a distanza e luoghi della socializzazione off-limits è stato registrato tra i giovani un forte aumento dello stress percepito e una maggiore paura e sfiducia nel futuro, dovuta alla mancanza di continuità e allo stravolgimento della routine quotidiana. Inoltre, la privazione forzata di attività ricreative, sociali e culturali ha causato disregolazioni emotive: è perciò fondamentale che i ragazzi siano messi in condizione di riappropriarsi delle modalità comunicative adeguate ad ogni età, che riscoprano il contatto e l’attività fisica, il senso di libertà e del movimento». Inoltre, i bambini durante le vacanze «non devono avere una vita rigidamente organizzata, dobbiamo lasciar loro degli spazi vuoti per stimolarli a riempirli con ciò che desiderano. Dunque sì ai campi estivi che organizzano attività motorie e all’aperto purché non ci siano orari e regole pesanti da rispettare – prosegue l’esperta -. Il “tutto organizzato” tranquillizza i genitori ma invita i bambini ad un comportamento passivo.
Lasciare la possibilità di scelta ai propri figli potrà giovare alla loro autostima». Infine, «per il mondo affettivo dei bambini, sono molto importanti le figure dei nonni. Nel caso sia possibile, quindi, è bene che vengano affidati a loro in situazioni che permettano la socializzazione».