Salute: l’indagine, per 70% italiani inutile andare dallo psicologo

3 Novembre 2017

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Gli italiani fuggono dallo psicologo. Non riconoscono l’importanza di questa figura per curare i disagi psicologici e interpretano i comportamenti disfunzionali dei figli come capricci. E’ quanto emerge da un sondaggio online condotto dall’Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) per AdnKronos Salute, su un campione di 800 persone, per valutare cosa pensano i connazionali della figura dello psicologo. Ebbene, il 70% dei partecipanti considera inutile rivolgersi a uno psicologo, in quanto si ritiene che le problematiche vadano risolte da soli, o magari parlando con un amico, “ma non certo con un estraneo”.

“Inoltre il 70% ritiene di non avere disagi psicologici – spiega Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente Eurodap – La maggior parte del campione che ha partecipato al sondaggio afferma che la psicoterapia potrebbe essere utile solo in casi di turbe psichiche, ed è convinta che chi va dallo psicologo sia una persona fragile, mentre ‘con la volontà si supera tutto’”. Per quanto riguarda l’interpretazione di comportamenti disfunzionali dei bambini e degli adolescenti, “il risultato è addirittura peggiore – sintetizza l’esperta – Per l’80% sono solo capricci, o è colpa dell’età adolescenziale. Molti minimizzano, affermando che ‘sono ragazzi’. Solo il 20% del campione ritiene che consultare o farsi seguire da uno psicologo/psicoterapeuta sia utile o necessario” per aiutare i giovanissimi a risolvere questi disagi, aggiunge l’esperta, anche supervisore Emdr.
​​”Questi dati – dice Vinciguerra – sono sconfortanti circa la possibilità di migliorare lo stato di disagio degli italiani. Il livello di tensione, stress, aggressività che sta caratterizzando la società, non solo la nostra, farà avverare quello che l’Organizzazione mondiale della salute ha già previsto”, commenta l’esperta, docente presso l’Università L.U.de.S a Lugano. “Nel 2020 malattie emergenti saranno depressione e attacchi di panico insieme alle cardiopatie, anch’esse risposta ad uno stato emotivo alterato”.

“Far comprendere che rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta è un passaggio fondamentale per imparare a gestire gli stati d’ansia – conclude Vinciguerra – e la conseguente modificazione psicosomatica, è un passaggio culturale che dobbiamo assolutamente fare. Occorre aiutare a capire che non è una questione di forza o debolezza, che normalizzare l’interpretazione di comportamenti disfunzionali per paura di sentirci mentalmente malati, noi o nostri figli, è un atteggiamento autodistruttivo”.